lunedì 26 ottobre 2020

COMUNICATO UFFICIALE - Emergenza Sanitaria COVID-19

La società interrompe gli allenamenti e chiarisce la sua posizione anche riguardo alle partite, in previsione di eventuali disposizioni da parte delle associazioni organizzatrici che mirerebbero alla continuazione dei Campionati....  

La società Sporting Club Pistoiese ritiene che, in questo momento di importante emergenza sanitaria, sia superfluo e non responsabile continuare nelle attività di allenamento. Per questo sono annullate tutte le sedute da oggi fino a data da destinarsi, ad ogni modo fino a quando sarà terminato questo periodo di enorme incertezza.

Riteniamo che il calcetto e altri sport da contatto di livello amatoriale o di società sportive dilettantistiche siano attualmente un rischio. Coloro che rischiano di più non sono tanto i dirigenti arancioni (tutti mascherati) ma ovviamente i giocatori; a seguire anche le famiglie degli stessi e, semmai, anche gli avversari nel caso ci fosse un caso asintomatico tra i nostri tesserati. E questo dovrebbe essere considerato da tutte le società...
 
In considerazione dell’attuale situazione epidemiologica nazionale, con il rischio dell'aumento della trasmissione virale in cluster determinati da aggregazioni, come negli sport da contatto, riteniamo al momento di non poter assumere decisioni al riguardo che siano difformi rispetto alle raccomandazioni sul distanziamento fisico. Stop per il "nostro" calcetto, dunque, così come per gli altri sport da contatto. 
 
Queste attività danno luogo ad aggregazioni certe, perché è intrinseco a questi sport, che hanno anche un aspetto sociale. In questo momento le aggregazioni sono un rischio di ulteriore aumento di trasmissione di focolai e non è un’idea ma una certezza. Non potendo mantenere il distanziamento sono attività a rischio contagio, indipendentemente dalle forme cliniche che deriverebbero da quei contatti. Parliamo di contenimento dei contagi nella popolazione, di aumento del rischio per le categorie più deboli. L’aggregazione c’è anche prima e dopo, negli spogliatoi, in panchina... Nella situazione “stazionaria” riesco a mantenere distanze precise. Non lo posso fare in una partita di calcetto.
 
E non vogliamo nasconderci dietro allo scudo dei protocolli. Attuati perfettamente, niente da dire. Ma c'è protocollo e protocollo. Le partite di Serie A sono una deroga alle regole di distanziamento. Le società sono interlocutori formali legalmente e si assumono tutte le responsabilità di eseguire i protocolli stabiliti per la diagnosi e il controllo (costosi e sofisticati), che sono molto stringenti. Per gli sport dilettantistici mancano gli interlocutori e la sicurezza che i circoli devono garantire anche a chi pratica queste attività. In sintesi non basta una misurazione di febbre ed un triage scritto per scovare un asintomatico che, seppur tale, avrebbe comunque una carica di contagio. Ed inoltre l'esperienza ci ha dimostrato che non ci si può fidare del buon senso delle persone...
 
Dobbiamo cercare di mantenere la circolazione del virus più bassa possibile. Per questo quello che possiamo fare ora, subito, sarà in ogni caso un investimento per il futuro. Meglio fare un sacrificio ulteriore oggi in vista dei prossimi mesi. È un modo di essere più cauti e più lungimiranti per il futuro. Un modo di essere responsabili. E, sottolineiamo, che il nostro è un discorso esclusivamente riferito allo sport ed al contagio. Sappiamo benissimo che organizzatori e gestori hanno e stanno facendo tanti sacrifici e che saranno colpiti dalla riduzione delle partite, ma purtroppo anche nella nostra piccola società sono presenti tanti liberi professionisti che rischierebbero altrettanto continuando a venire al campo.
 
Per questo, e per tutto quello che ne deriva, abbiamo deciso di interrompere fisicamente la nostra presenza a tutte le manifestazioni nelle quali siamo iscritti. Nella peggiore delle ipotesi, nella quale l'organizzazione chiedesse a tutti di continuare a giocare, faremo in modo di rispettare l'impegno preso dal punto di vista economico e burocratico ma non scenderemo in campo.
 
   
 
Il Presidente

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