sabato 3 dicembre 2011

LETTERA A TUTTI GLI APPASSIONATI DI SPORT

Oggi 01.12.2011 ho voluto leggere lo statuto dell’ASI di Pistoia, leggibile da tutti sul sito internet dell’ente ora citato. Ho fatto questo perché da ieri sera non ho più ben chiaro il concetto di sport. Leggendo lo statuto ho capito che non mi sbagliavo, che la mia confusione mentale in merito a ciò era sbagliata, che il concetto di sport così come da sportivo amatoriale ho sempre inteso era giusta, infatti l’ASI mira a promuovere l’attività sociale ed il contatto (inteso nel suo senso immateriale) tra le persone, tramite l’attività sportiva amatoriale. Meno male, per un attimo ho pensato che non fosse così, che per anni avessi sbagliato a leggere ed interpretare un concetto. Ho capito invece che ad oggi questo concetto non è ancora chiaro a qualcuno, per cui o alcuni nel 2011 non sanno ancora leggere (e francamente ci potrebbe anche stare) o qualcuno non sa capire ciò che legge (cosa ben più grave)...oppure terza ipotesi non legge, per cui non sa, per cui se ne frega e non ha interesse a capire e comportarsi civilmente nella società. Ecco sì, io personalmente opto per la terza ipotesi, cioè per quelle persone che se fregano di tutto e tutti, che pensano di poter comandare ovunque e con chiunque, di poter agire senza un minimo di rispetto, di poter far del male gratuitamente e tutto questo come se fosse una cosa normale. Cioè amici miei, capite?!?? Una cosa normale!!! Io metto uno sotto con la macchina e vo via ed è una cosa normale; io siccome uno mi manda in culo prendo e gli sparo in testa, tanto è una cosa normale; io do un buffetto a uno mentre gioco a calcio e questo manca poco mi spacca il collo con una pedata da vigliacco. Ed è normale.
Settimanalmente vado a giocare con i miei amici e come più volte ho sostenuto nelle pagelle fatte, l’importanza del gruppo, del rispetto fra noi e verso gli altri (chiunque sia) è e rimane la cosa principale. Lo sport amatoriale (quello che noi pratichiamo) è divertimento, è energia, è foga, è cercare di vincere, è tutto questo...ma rimanendo nei limiti del rispetto di noi stessi e degli altri. Si gioca, si vince o si perde e tutto finisce lì ed in campo ci si comporta da uomini, da persone civili, capaci di capire i momenti ed eventualmente di stemperare anche brutti episodi che possono venire a crearsi. Prima di tutto siamo persone, persone che ogni giorno vengono a contatto vuoi per lavoro, per sport, per divertimenti con altre persone e in ogni luogo in cui ci troviamo facciamo il possibile per portare rispetto agli altri e cercare altresì di capire che viviamo in una società dove nessuno è uguale a noi e viceversa, per esempio caratterialmente. Cerchiamo cioè di integrarci nella società e per fare questo occorre essere persone civili capaci di capire le usanze, i modi d’essere e altro della civiltà in cui viviamo. Cari miei Vi immaginate uno che va al lavoro e rutta dalla mattina alla sera, lo so vi vien da ridere!!! Uno rutta a casa sua, fra le sue mura, al lavoro no! Tiene il comportamento che per rispetto di se stesso e di altri si deve tenere in un luogo pubblico. Questo che vuol dire? Vuol dire che nessuno di noi può e deve fare come gli pare, dove gli pare e con chi gli pare. Sì, si può ruttare...ma a casa nostra e possibilmente quando siamo da soli e non ci s’ha gente a cena. Questo vuole essere un esempio per far capire che noi stessi, se ci integriamo, è perché per essere accettati in una società ci si deve comportare da persone civili. Ogni società non accetta due cose. In primis l’ignoranza e in secundis la violenza. La violenza, quella stessa violenza che ieri sera durante una partita di calcetto amatoriale è stata messa in atto da persone incivili che non hanno nessun interesse ad integrarsi in una società che li ha accolti e della quale loro se ne fregano pretendendo di vivere ed imporre il loro stile di vita da bestie a chi non lo desidera e a chi non lo pratica. Vergogna, vergogna a Voi che siete il rifiuto di ogni società, che siete la feccia da escludere, Voi che pretendete comprensione da poveri immigrati e che siete persone infime, raccapriccianti, ma soprattutto che non siete persone. Siete niente e lo sarete sempre per chiunque. Siete la miseria della coscienza, dell’essere umano, siete vigliacchi, inetti e insignificanti in questa società.
Tornado a chi rutta amici miei, uno rutta a casa sua e quindi sarebbe bene che tornassero a casa sua a fare quello che fanno qui, da noi non sono i benvenuti. Che tristezza vedere certe cose, che schifo, che brutta cosa.
Non voglio essere razzista perché non lo sono ma non tutti siamo uguali, loro hanno il loro tipo di vita e allora stiano a casa loro e non vengano qua a fare e a importare immondizia, perché non sono altro.
Vi saluto amici miei, quello che penso l’ho scritto, a presto in campo per ritrovare la felicità che lo sport deve essere.


                                                                                                                                             Lucio

4 commenti:

Spallino ha detto...

Come già detto in precedenza, quoto quanto detto da Lucio ad esclusione della parte riferita alla "provenienza" degli avversari. Qui non stiamo parlando di colore della pelle, cultura, religione o razza...
Qui c'è da sottolineare la GRAVITA' ESTREMA di un gesto che poteva avere ben più gravi conseguenze e della successiva reazione a catena scaturita da questo e messa in atto da TUTTA LA SQUADRA AVVERSARIA. Ci sono persone lodevoli provenienti da altri paesi che si fanno il culo dalla mattina alla sera, portano a casa la pagnotta e sono integratissime nella società. Ho molti amici in questa situazione. Il punto di vista di Lucio è comprensibile ma, per me, non totalmente corretto. Sapete quanti italiani ho visto fare delle cose irriguardose. Certo, effettivamente non gravi come questa, ma altrettanto antagoniste della civiltà sociale. Quindi cerchiamo di focalizzarci bene su quanto accaduto e non su chi l'ha fatto; evidenziamo la GRAVITA' dell'evento e non la forte COMPROMISSIONE MENTALE di coloro che l'hanno provocato; non rispondiamo a violenza con violenza (fisica o verbale che sia) altrimenti scendiamo al RIDICOLO livello di coloro che hanno causato tutta questa confusione. Potremo stare per ore a parlare e discutere di questo argomento senza mai trovare una line di pensiero comune a tutti. Lucio ed io abbiamo espresso la nostra, come in un paese CIVILE si deve poter fare... Se ci vengono a togliere anche questo...

lucio ha detto...

Non volevo riferirmi alla provenienza delle persone, solo che ho preso a riferimento loro e quindi la loro nazionalità visto l'accaduto. Concordo che ci sono italiani come loro e anche peggio e anche per questi vale il solito discorso. Come te anch'io conosco persone straniere integratissime e con sani principi, per cui il mio non voleva essere un riferimento generico, ma soggettivo raccontando l'accaduto e gli attori principali.
Fa male pensare che qualcuno poteva essersi davvero fatto seriamente male.
Ritengo quindi giusta e consona la posizione della società nell'attesa delle decisioni dell'asi di un eventuale ritiro nel cao in cui la lega non prenda le opportune decisioni.
E' giusto dare l'esempio.

cecco ha detto...

Ho tenuto un profilo basso sia in campo, al momento dell'accaduto, sia dopo. Non ho voluto alimentare una situazione già di per sé molto tesa e che, in campo, sarebbe potuta davvero degenerare.
Onestamente non comprendo azioni( o reazioni che dir si voglia) come quelle che abbiamo subìto mercoledì scorso, è qualcosa di inaccettabile.
Ho espresso il totale allineamento con la posizione della società di porre un out out all'ASI, cui (almeno io) non verrò meno. Se non verranno prese le decisioni che ci aspettiamo non verrò comunque più a giocare a calcetto.
Devo dire che le posizioni di Lucio e di altri sono comprensibili, ma a me fa piacere (davvero molto piacere) leggere quanto scritto da Spallino (ma anche la successiva spiegazione di Lucio). In momenti come questi, rabbia ed incazzatura possono far sì che vengano dette cose soltanto parzialmente corrette. Non dobbiamo mai cadere nel provincialismo...qui non si deve parlare di chi o di dove ma di cosa e del tipo di società che sta nascendo...sinceramente non ho molte occasioni di poter parlare di queste cose con persone a me care (voi), ma ritengo che sia davvero un nodo cruciale per il nostro futuro. Se non siamo noi a lanciare messaggi diversi, di apertura ma di correttezza, di tolleranza ma anche di rispetto delle regole, non possiamo attenderci che qualcun altro lo faccia per noi. Il calcetto è una cosa frivola in sé, ma fatta come la intendiamo noi è un momento di aggregazione, per stare tra amici. Questi momenti non vengono valutati mai da nessuno, ma spesso contribuiscono a creare e formare il carattere e la personalità di un uomo.
Pertanto ribadisco, mandiamo un messaggio chiaro all'asi ed alle squadre che vi militano, con l'obiettivo di migliorare le cose e non di chiuderci in noi stessi.

Cecco ha detto...

Ho appreso ora le Decisioni dell'asi dal mess di Spallino. Per quanto mi riguarda, coerentemente con quanto scritto ieri su questo sito, non continuerò a giocare a calcetto. Anche per rispetto a Marcello.